Dal ponte sulla strada, la via sale dritta al bosco e rompendosi tra curve e rocce s’innalza all’eremo. Rinchiuso tra le strette colline non potevo immaginare la sua presenza...così l’ho dipinto!
Marianna
Marianna
CRITICA
Marianna Rosi pare prediligere le memorie della storia umana anche nelle forme della tradizione popolare senese richiamata dalla vicenda dantesca di Pia de Tolomei.
Gli studi e i disegni sembrano riportare scenografie vuote in cui da un momento all’altro potrebbere rivivere e consumarsi il dramma della nobile senese narrato da Dante nelle pagine del V canto del Purgatorio.
La giovane artista predilige immagini di emozioni segrete, di un sogno attraverso il quale gli aspetti della natura risultano fortemente trasformati e restituiti a valori simbolici d’impianto fortemente psicologico. Case isolate, muri abbacinati di luce o pervasi di ombre, i suoi paesaggi sono silenziosi, indecifrabili aldilà del loro aspetto formale, quasi metafisici.
L’architettura senese citata nelle forme di un palazzetto gotico, rivive lontano dalla città ma memore della sua storia e della sua cultura: da Simone Martini al novecentismo toscano la Rosi riesce ad amplificare il silenzio del sito, e il paesaggio esteriore si trasforma nella metafora dei “paesaggi dell’anima” di U. Galimberti.
BIOGRAFIA Gli studi e i disegni sembrano riportare scenografie vuote in cui da un momento all’altro potrebbere rivivere e consumarsi il dramma della nobile senese narrato da Dante nelle pagine del V canto del Purgatorio.
La giovane artista predilige immagini di emozioni segrete, di un sogno attraverso il quale gli aspetti della natura risultano fortemente trasformati e restituiti a valori simbolici d’impianto fortemente psicologico. Case isolate, muri abbacinati di luce o pervasi di ombre, i suoi paesaggi sono silenziosi, indecifrabili aldilà del loro aspetto formale, quasi metafisici.
L’architettura senese citata nelle forme di un palazzetto gotico, rivive lontano dalla città ma memore della sua storia e della sua cultura: da Simone Martini al novecentismo toscano la Rosi riesce ad amplificare il silenzio del sito, e il paesaggio esteriore si trasforma nella metafora dei “paesaggi dell’anima” di U. Galimberti.
Rosella Alberti
2003
- Collettiva: “Il Mugello Dipinto”, Convento di Bosco ai Frati, Villa di Cafaggiolo, Cappella del Castello del Trebbio, S.Piero a Sieve, Barberino del Mugello (FI); Fondazione Ca’ la Ghironda, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Zola Predosa (BO).
2004
- Collettiva: “Gente e luoghi del Mugello. Studi di figurazione”, Convento di Bosco ai Frati, Villa di Cafaggiolo, Cappella del Castello del Trebbio, S.Piero a Sieve, Barberino del Mugello (FI); Fondazione Ca’ la Ghironda, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Zola Predosa (BO).
2005
- Collettiva: “Gente e luoghi del Mugello. Studi di figurazione”, Villa Caruso, Spedale di S.Antonio, Lastra a Signa (FI). - Collettiva: “Abitare il paesaggio”, Fondazione Sergio Vacchi, Castello di Grotti, Villa di Corsano (SI); Gallerie Comunali d’Arte, Palazzo del Ridatto ed ex Pescheria, Cesena (RI).
- Collettiva: “Dialogo con l’abbandono”, Chiesa di Perelli Bucine e di S.Maria di Levane (AR).
2006
- Collettiva: “600 anni a San Domenico di Fiesole”, Convento di San Domenico, Convento di San Marco, Firenze.
2007
- Collettiva: Esposizione di disegni, Galleria Sì, Toyama, Giappone.
2008
Afa 2008 Inchiostro e Grafite su carta 25x35 cm
Come una cattedrale 2008 Inchiostro e Grafite su carta 25x35 cm
Visione 2008 Inchiostro e Grafite su carta 25x35 cm